"Master has given Dobby a sock. Dobby is free"
(from Herry Potter and the chamber of secrets)
Quando in commercio non si trovavano ancora filati elastici, le calze erano sorrette da giarrettiere nascoste sotto i pantaloni.
Poi, nel 1931, apparve sul mercato il Lastex, un filato costituito da un anima di gomma naturale avvolto da cotone, seta, lana o rayon: l'inizio di una nuova era nell'industria della maglia!
La foto è tratta da un filmato britannico degli anni Trenta (lo si puo vedere QUI) e ritrae un uomo vestito in modo informale in occasione di una festa familiare in giardino.
Tutto questo mi ricorda che tra le (tante) cose che non so fare ci sono i calzini.
Eh si, perché tra gli appassionati di lavoro a maglia esiste una particolare categoria: quelli che fanno i calzini, appunto. Personalmente non vi appartengo, ma non posso fare a meno di ammirarli: usano filati sottili, si destreggiano abilmente tra cinque - dico 5 - ferri e, soprattutto, fanno il lavoro due volte (i piedi due sono!).
I loro filati, oltre ad essere molto sottili, hanno la particolarità di contenere sempre una piccola o grande percentuale di poliammide (quello che conosciamo meglio con il nome commerciale di nylon).
La sua presenza è ben giustificata dal fatto che questo materiale conferisce al tessuto elevata resistenza, scarso bisogno di manutenzione, durata; insomma, tutte cose utilissime in un calzino.
Certo, i puristi della fibra naturale al 100% dovranno storcere il naso... o accontentarsi di calzini decisamente delicati.
A dire il vero, però, si consolano con i colori.
Difficilmente, infatti, il filato destinato alla calze sarà di un'unica, uniforme tonalità; spesso i colori sono vere e proprie delizie per gli occhi: vivaci o con sfumature cangianti, fino a veri e propri cambi di colore che permettono di realizzare strisce man mano che il lavoro avanza.
Insomma, solo a guardarli vien voglia di provarci, prima o poi!