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Channel: Knitting Planet
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BFL ovvero Bluefaced Leicester

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pecoreLa Bluefaced Leicester è il nome di una razza di pecora inglese, facilmente riconoscibile perché, osservandole la faccia, è possibile notare che sotto la peluria bianca la pelle appare scura (blue faced significa dalla faccia blu); inoltre si caratterizza per un tipico un “naso romano”, ovvero un accentuato profilo aquilino.

Originaria dell'Inghilterra del nord, la sua presenza allieta i verdi prati britannici da almeno due secoli, in principio come razza da carne e, ultimamente, per il suo vello molto ricercato dagli appassionati della filatura manuale.

Infatti la sua lana ha fibre lunghe (facili da filare), morbide e medio/fini, e se ne si ottiene un filato di pregio.

La foto è presa dal sito dell' Alwinton Show, una manifestazione che si tiene annualmente in un piccolo centro del nord dell'Inghilterra, con esibizioni di pecore, cavalli, cani, cornamuse, incontri di wrestling, gare podistiche e mercatini... e, chissà, forse anche degustazioni di shepherd's pie, un tradizionale pasticcio britannico di carne macinata, cipolla e copertura di purea di patate.

Belle, vero?


Un filatoio classico, come la marmellata!

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Swiftly turn the murmuring wheel!
Night has brought the welcome hour,
When the weary fingers feel
Help, as if from faery power;
Dewy night o'ershades the ground;
Turn the swift wheel round and round!
[...]
(Song for the spinning wheel by W. Wordsworth)

filatoioL’ Ashford Traditionalè un filatoio che gode di una certa notorietà tra le filatrici manuali, categoria nella quale mi riconosco a pieno - non a caso sono in possesso di questo esemplare, acquistato di seconda mano.

E’ uno dei filatoi più venduti al mondo, un vero e proprio “evergreen” che l’australiana Ashford produce dal 1940. Probabilmente la chiave del suo successo risiede nella facilità di utilizzo, nella sua semplicità e versatilità, inoltre è compatto e leggero (8kg), non tanto da essere trasportabile sotto braccio, come alcuni modelli moderni, ma perfetto in un ambiente poco spazioso come l’angolo in cui l’ho relegato, tra il letto e la scrivania.

So bene che nell’era dello smart phone un filatoio appare terribilmente anacronistico… ma riflettiamoci: forse non lo è affatto, come non lo è preparare la marmellata in casa o andare a correre nel parco invece che sul tapis roulant.

A proposito di marmellata, visto che le pere invernali stanno per finire, ecco la mia ricetta per trasformarle in qualcosa da assaporare anche tra qualche mese (se non la si mangia prima!).

peraConfettura di pere.

Ingredienti: Pere mature 2kg - Zucchero q.b. – Mela 1 media - Gherigli di noci 100g

Lava e asciuga le pere e la mela. Tagliali in quattro spicchi ed elimina il torsolo. Affetta gli spicchi, pesali e unisci lo zucchero (1/3 del peso – se la frutta fosse 1.8kg, allora lo zucchero da aggiungere sarebbe 600g).
Metti in pentola, porta ad ebollizione, poi abbassa la fiamma e lascia cuocere per 40 minuti. Nel frattempo, spezza i gherigli di noce con le mani e falli tostare dolcemente in un padellino antiaderente.
Frulla grossolanamente la frutta, rimetti sul fuoco per 15-20 minuti, sempre mescolando – adesso puoi aggiungere le noci.
Versa nei vasetti, chiudi e capovolgi. Non rimetterli dritti prima che siano ben raffreddati.

Ulteriori suggerimenti e le ricette per le marmellate di agrumi QUI.

Il calzino...

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"Master has given Dobby a sock. Dobby is free"
(from
Herry Potter and the chamber of secrets

uomo con giarrettiereQuando in commercio non si trovavano ancora filati elastici, le calze erano sorrette da giarrettiere nascoste sotto i pantaloni.

Poi, nel 1931, apparve sul mercato il Lastex, un filato costituito da un anima di gomma naturale avvolto da cotone, seta, lana o rayon: l'inizio di una nuova era nell'industria della maglia!

La foto è tratta da un filmato britannico degli anni Trenta (lo si puo vedere QUI) e ritrae un uomo vestito in modo informale in occasione di una festa familiare in giardino.

dpnsTutto questo mi ricorda che tra le (tante) cose che non so fare ci sono i calzini.

Eh si, perché tra gli appassionati di lavoro a maglia esiste una particolare categoria: quelli che fanno i calzini, appunto. Personalmente non vi appartengo, ma non posso fare a meno di ammirarli: usano filati sottili, si destreggiano abilmente tra cinque - dico 5 - ferri e, soprattutto, fanno il lavoro due volte (i piedi due sono!).

I  loro filati, oltre ad essere molto sottili, hanno la particolarità di contenere sempre una piccola o grande percentuale di poliammide (quello che conosciamo meglio con il nome commerciale di nylon).

La sua presenza è ben giustificata dal fatto che questo materiale conferisce al tessuto elevata resistenza, scarso bisogno di manutenzione, durata; insomma, tutte cose utilissime in un calzino.

colori dropsCerto, i puristi della fibra naturale al 100% dovranno storcere il naso... o accontentarsi di calzini decisamente delicati.

A dire il vero, però, si consolano con i colori.

Difficilmente, infatti,  il filato destinato alla calze sarà di un'unica, uniforme tonalità; spesso i colori sono vere e proprie delizie per gli occhi: vivaci o con sfumature cangianti, fino a veri e propri cambi di colore che permettono di realizzare strisce man mano che il lavoro avanza.

Insomma, solo a guardarli vien voglia di provarci, prima o poi!

 

Preziosa seta!

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filato color amarenaA volte i sottintesi confondono: ci si potrebbe trovare davanti a fibre quali “tussah” e “mulberry” senza capire che sono entrambi vocaboli riferiti alla seta.

"Mulberry" indica la seta ottenuta da bozzoli del baco allevato in cattività (mulberryè il nome inglese del gelso, le cui foglie sono utilizzate per nutrire le larve). 
L'uso del termine è prettamente anglofono: per noi italiani  è semplicemente seta, dato che conosciamo la bachicoltura dai tempi dell'impero bizantino... 

"Tussah"è invece la seta che si ricava dalla dipanatura dei bozzoli prodotti da bruchi che vivono allo stato selvatico. Alcuni (vedi QUI) affermano che la tussah è la “seta della pace”, l’unica eticamente accettabile in quanto meno cruenta, dato che verrebbe raccolta dopo lo sfarfallamento della crisalide. 

Nella foto un mio filato in lana merino e seta tussah. Il suo color amarena mi ricorda le caramelle Rossana!

Cardacci!

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cardacciSembra un'offesa, ma è solo il nome italiano degli hand carders, delle grosse spazzole con dentini metallici fitti e sottili, atti a distendere le fibre prima di essere filate.

Sono molto orgogliosa dei miei cardacci, arrivati da pochi giorni dall'Inghilterra ma già  messi al lavoro: grazie ad essi ottengo dei fantastici rolags, vaporosi e piacevolissimi da filare.

La parola "rolag" deriva dal gaelico scozzese roileag, che significa piccolo rotolino - insomma, un cannolo!

cannoli

 

Non propriamente questi, che avevo preparato diversi mesi fa, con delle piccole scorze già pronte, immerse per metà nel cioccolato fuso e riempite di panna...

Ma non divaghiamo.
Perché questo abbondante uso di termini anglosassoni? In Italia la cardatura manuale (così come la filatura) è ormai sconosciuta ai più, mentre in Gran Bretagna, America, Australia e Nuova Zelanda c'è un folto stuolo di appassionati che perpetuano la tradizione.

Basta vedere su Wikipedia l'incredibile differenza tra le pagine in italiano ed inglese relative alla cardatura: specchio di un livello di attività ed interesse profondamente diverso.

 

Swing time!

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lou vega

Ricordate Lou Bega ed il suo Mambo n.5? Se non ricordo male vestiva completi con giacca lunga a doppio petto e pantaloni larghi, che ricordavano l'abito che negli anni '30 e '40 caratterizzava i jazzisti e i frequentatori di swing club.

swing dancing

Lo zooty era uno stravagante stile di abbigliamento molto in voga negli Stati Uniti tra neri e messicani, che spesso lo portavano all'eccesso con colori sgargianti e pantaloni sformati; la volonta di dimostrare il proprio anticonformismo (un modo per sfuggire alla classe sociale in cui si era nati) ebbe anche ripercussioni sociali, con la rivolta di Los Angeles nel '43!

zoo suit

Tornando a Lou Bega, le sue canzoni allegre sono una benedizione per il lunedi'! E quindi vi posto Sweet Like Cola e la dedico a tutte le taglie forti come me!!!

Texel!?

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Qualche settimana fa ho acquistato della fibra da filare, poi mi sino accorta che la sua etichetta riportava la dicitura texel… non so, a me la X nei nomi mi fa pensare a roba acrilica. Mi è preso un colpo: credevo di aver acquistato lana!!!

Corro alla moderna fonte dello scibile (Wikipedia): “Texel è un comune di 13.783 abitanti situato nei Paesi Bassi, nella provincia dell'Olanda Settentrionale. Il territorio del comune corrisponde esattamente all'isola che porta lo stesso nome.”

spiaggia isola di Texel

Posto carino, improbabile come sede di un polo chimico con industria manifatturiera del tessuto sintetico!

Vado avanti, questa volta Wikipedia in lingua inglese (di cui riporto direttamente la traduzione): la Texel è una razza di pecora domestica originaria dell’isola di Texel in Olanda, molto popolare come razza da carne in USA, Australia, Nuova Zelanda, Uruguay e Europa.

texel sheep

È una pecora massiccia che produce carne magra, qualità che trasmette anche negli incroci con altre razze.

La lana è di circa 32 micrometri ed è per lo più usata per filati per calze e manufatti in maglia.

Pfffiuuu…

 

Jumbo flyer

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flyerUna premessa "tecnica".

Man mano che si forma, il filato si avvolge sulla bobina, inserita in una sorta di volano detto flyer (almeno questo  è  il nome che io conosco, probabilmente esiste un corrispondente in italiano).

Una volta che la bobina è piena si toglie e se ne inserisce un'altra; in seguito è possibile unire i due filati (o capi) e formare un filato più grosso da caricare su una terza bobina.

La domanda è: come può il contenuto di 2 bobine entrare in una sola bobina?

Ovviamente non può.

Quindi, a malincuore (lacrime di sangue...), si rende necessario spezzare i due capi e caricare una quarta bobina.

Tutto questo per spiegare il motivo di un mio nuovo acquisto: il Jumbo flyer, ovvero una grossa bobina, capace di caricare il contenuto di due bobine normali, ed un volano adeguato alle nuovi dimensioni.

Eccolo, in tutto il suo splendore! Con tanto di "badge" con nome e foto dell'addetta al confezionamento (proudly packed by Sandy Cigobia). Grazie, signora Cigobia!!!

jumbo flyer


Hippy of me...

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Negli anni sessanta negli Stati Uniti, in California, nasceva il movimento hippy, caratterizzato da slogan che riflettevano il desiderio di trovare uno stile di vita alternativo, con un maggiore spazio alla spiritualita', alla liberta' dal denaro. 

Anche il loro modo di vestire rifletteva tali propositi anticonformisti: capelli lunghi, pantaloni a zampa d'elefante, vestiti larghi ed etnici, perline e piedi nudi (o sandali).
I figli dei fiori predicavano il ritorno alla natura, ed il fiore era il loro simbolo. 

grunge girlIl pensiero hippy mi ha sempre affascinata e cosi' la sua moda (anche se non ho mai sopportato i pantaloni a vita alta!).

Ma c'e' un altro stile, forse meno pregno di principi sociali, che mi ha colpito qualche decennio piu' tardi: il grunge (che ha avuto una connotazione soprattutto musicale, anche grazie alle canzoni dei Nirvana, dei Soundgarden e dei Pearl Jam).

Era una vera e propria anti-moda nata all'inizio degli anni novanta negli Stati Uniti (questa volta a Seattle, nel nord, dove nello stesso periodo nasce anche il movimento no global).

Una nuova generazione ha riciclato, mescolandoli, gli stili passati: jeans e camicie di flanella con pizzi e abiti a fiori, ed ai piedi anfibi, scarpe da trekking o le classiche Doc Martens (si', lo confesso, le ho portate anch'io!).

Moda, non so. Durata poco, comunque.

 

Anatomia di un fuso

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fusoIl fuso (in inglese drop spindle, ovvero fuso a goccia) è uno strumento piccolo e maneggevole, che permette di produrre il proprio filato ovunque: in treno, al parco, in sala d’attesa… non velocemente come con un filatoio a ruota, ma con una maggiore versatilità.

Quello della foto è un tipico fuso con il peso in alto (top whorl spindle).

L’asta (shaft) è un bastoncino dritto e stabile, dove si avvolge il filato man mano prodotto e dove fanno presa le dita che imprimono la rotazione al fuso.

Il peso (whorl) - lo chiamo peso, ma forse il termine tecnico sarebbe volante del fuso, o fusaiola - determina il momento della rotazione e la tensione del filato; ovviamente dev’essere ben bilanciato in modo da far roteare il fuso liberamente e senza oscillazioni.

L’uncino (hook) aggancia il filato; è centrato sull’asta in modo da consentire una rotazione equilibrata.

fuso

La posizione alta del peso permette una maggiore rotazione e quindi una maggiore torsione, fattore necessario nella produzione di filati sottili.

Invece il fuso con il peso situato sulla parte bassa è ideale per ottenere un filato spesso a capo singolo o con fibre più pesanti che richiedono meno torsione.

Questo in linea generale. Oltre alla posizione, infatti, è il peso del fuso che determina il risultato finale: i fusi leggeri (sotto i 30 grammi, ovvero fino a 1 oz) sono utili per ottenere filati sottili, quelli pesanti (sopra i 60 grammi, intorno a 2 oz) per i filati grossi.

Imparare ad usare il fuso (specie se medio-pesante) non è difficile, ci vuole solo un po' di pratica. Lo consiglio a tutti. Nel peggiore dei casi lo si puo' sempre utilizzare per farci la pasta... sembra che l'etimologia dei fusilli derivi proprio dal fuso: l'asta serviva per attorcigliare il filo di pasta che prendeva quindi la tipica forma a spirale!!!

fusilli

La Whiteface Woodland

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whitefaceIn questi giorni sto filando una fibra proveniente da un vello di Whiteface Woodland, una grossa pecora originaria dei Pennini meridionali (zona collinare del nord dell’Inghilterra).

È una razza antica di cui rimangono pochi esemplari nel Regno Unito (circa 900, a quanto pare), riconoscibile dalle corna importanti, presenti in entrambi i sessi.

La sua lana  è di ottima qualità, ha fibra lunga (10-15 cm) ed è facile da filare.

Ne ho colorato 100 grammi di verde menta chiaro; ancora non ho finito, ma sabato ho filato 50 gr col fuso grande senza neanche accorgermene, tanto scorreva!

filato WF

 

Collover...

Un filo a tre capi!

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Qualche giorno fa accennavo alla binatura, ovvero all’operazione di unire due o più capi in un unico filato. Oltre alla tecnica normale (metti insieme i singoli fili che si trovano sulle diverse bobine), c’è un’interessante alternativa che permette di ottenere un filato a 3 capi da uno singolo posto su un’unica bobina.

È ciò che sto imparando in questi giorni: si chiama Navajo plying (binatura Navajo) o Chain plying (a catenella).

Ho imparato un po’ leggendo, un po’ grazie all’aiuto di video come questo di Sarah Anderson, chiarissimo anche se non si conosce l’inglese!

portacellulareQuel che m'intrigava (oltre all'apprendere la tecnica, utilissima) era l'etimologia: per quale motivo si chiama Navajo, come la nota tribù indiana?

Una veloce ricerca sulla rete mi ha permesso di scoprire che in un lontano passato i Navajo erano cacciatori-raccoglitori, poi coltivatori di mais, fagioli e zucche, ma anche allevatori di capre e pecore, fino a specializzarsi nella filatura della lana per il confezionamento di coperte, vestiti e tappeti rinomati per il loro valore artistico.
Il popolo Navajo crede che quando il mondo è stato creato, uno degli spiriti che vennero dal centro della terra per dargli forma, e poi per insegnare alle prime persone, era la Donna Ragno! 

Evidentemente questa tecnica appartiene alla profonda cultura tessile del popolo Navajo e, pur diffondendosi altrove, ne è rimasto il nome a ricordarlo.

Ed ecco il mio porta-cellulare, fatto con una cinquantina di metri di filato che ho usato per esercitarmi nella nuova tecnica!

Ancora arancio?

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Ho appena finito questo scialle...

scialle arancio sulla panchina di legno

... in cotone peruviano, molto morbido. Questo colore vivace mi ha rallegrato tanto e mi ha fatto venir voglia di colorare della sottile lana bianca che sostava da mesi nei miei cassetti!

Ho fatto due bagni diversi, ottenendo due nuance diverse, una che vira al terracotta, l'altra di un arancione chiaro acceso.

lana color arancio

Finalmente ho trovato l'occasione di usare il forno a microonde, che prendeva polvere da anni nello sgabuzzino (a mio avviso uno degli elettrodomestici piu' inutili nella storia della cucina)!!!

Wip & Kal!

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WIP, ovvero work in progress.
In pratica tutte le cose che ho iniziato ma non ho ancora finito. Non sono molte ma... ne ho iniziata un'altra!

sciarpa bianca

Questa la devo finire prima di sabato (è  solo una sciarpina, dovrei farcela tranquillamente), perché la devo mostrare al "corso di maglia".
Visto che questa settimana la mia amica di mercatino non c'è, ho deciso di trasformare l'evento in qualcosa di diverso, ovvero una sorta di corso di maglia gratuito, finalizzato alla produzione di un piccolo oggetto.
Più che un corso lo definirei un KAL - altro acronimo, che sta per knit along, ovvero lavoro a maglia conviviale in cui tutti eseguono lo stesso progetto.
Speriamo che sia una bella giornata!!!


Arancio reloaded!

Verde speranza!

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Ieri al mercatino ho venduto uno delle mie primissime matasse filate e tinte da me. La lana era una fantastica e morbidissima BFL (pecora di cui ho gia' scritto QUI) filata interamente al fuso e colorata secondo una tecnica che ho ripetuto con successo anche in seguito.

filato

L'anziana signora che l'ha acquistata la "corteggiava" dalla settimana precedente, e dopo un tira e molla e tante, tantissime, chiacchiere, mi ha preso per sfinimento... ad un prezzo incredibilmente basso. Ma va bene cosi'. L'importante e' che la lavori con affetto, cosi' come l'ho lavorata io stessa. :-) 

Piove!

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Piove sulla mia merino verde erba appena stesa ad asciugare...

lana

... voglio la primaVERA!!!

Green time!

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Nella settimana appena trascorsa ho filato della merino verde, ho acquistato una gonna verde ed ho tinto del filato con il colore... verde!

lana tinta a mano

Verde spinaci!

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Per continuare col verde...

lana filata a mano

... oggi ho comprato gli spinaci freschi ...

spinaci

... per fare una bella frittata con spinaci e pancetta! 

Niente di complicato - seguo la ricetta classica (liberamente tratta da Uova & co, Luxury books):

6 uova da sbattere brevemente e condire con sale e pepe.
Un cucchiaio d'olio d'oliva da scaldare in una padella da 24cm.
125g di pancetta affumicata tagliata a dadini da cuocere a fuoco medio per 3-4 minuti.
4 cipollotti affettati e uno spicchio d'aglio tritato, da aggiungere alla pancetta.
175g di spinacini da unire al resto e lasciar cuocere per 3-4 minuti.
Infine si aggiungono le uova, una breve mescolata, cottura di 8 minuti e si rigira.

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